È stata pubblicata oggi l’ottava edizione dell’EF EPI (English Proficiency Index – Indice di Conoscenza dell’Inglese): si tratta del più ampio rapporto internazionale sulla conoscenza dell’inglese nel mondo, redatto annualmente da EF Education First, organizzazione internazionale specializzata in programmi di formazione linguistica ed accademica, viaggi d’istruzione e scambi culturali all’estero.
Oltre a classificare la competenza linguistica nei paesi presi in considerazione – suddivisi in cinque macro-aree (Europa, Asia, America Latina, Africa e Medio Oriente), il rapporto esamina la correlazione tra la diffusione della lingua inglese e una serie di indicatori economici e sociali (inglese, economia e scambi commerciali; inglese e innovazione; inglese e mercato del lavoro; inglese e società; inglese e tecnologia), mettendo in luce il ruolo fondamentale che l’apprendimento di questa lingua gioca in termini di vantaggi e opportunità in ambito lavorativo e di sviluppo in generale.
Tra le novità di questa edizione del rapporto, l’incremento del 30% dei partecipanti alla ricerca e l’inclusione di 13 nuovi paesi: Afghanistan, Albania, Bielorussia, Bolivia, Croazia, Etiopia, Georgia, Honduras, Libano, Birmania, Nicaragua, Senegal e Uzbekistan.
Europa, Italia, Basilicata
In Europa si registra il livello di conoscenza dell’inglese più elevato rispetto a qualsiasi altra regione del mondo: ben 22 paesi europei ottengono un livello buono o alto di conoscenza della lingua inglese; questo successo riflette decenni di politiche efficaci, come ad esempio il programma di mobilità studentesca più grande del mondo, Erasmus+, che vede oltre 700.000 studenti e insegnanti europei partecipare ad iniziative di studio, formazione, lavoro o volontariato.
L’83% degli studenti europei ha iniziato a studiare almeno una lingua straniera a scuola all’età di 10 anni e il 97% dei 13enni studia l’inglese, considerata ormai la lingua franca europea.
La Svezia, confermando ancora una volta altissime competenze linguistiche, torna al primo posto della classifica europea, grazie a un solido sistema di istruzione, un’esposizione quotidiana all’inglese nei mass media e una radicata cultura cosmopolita.
Concentriamoci sull’Italia: le competenze linguistiche degli italiani rimangono sempre tra le più basse in Europa, nonostante un lieve incremento del livello di conoscenza della lingua inglese rispetto all’anno scorso (punteggio EF EPI da 54,19 a 55,77): il nostro paese si colloca al 24° posto a livello europeo, al 34° su scala globale.
Il divario nella conoscenza dell’inglese tra Svezia e Italia è di quasi 15 punti.
La Basilicata perde 3 punti rispetto alla precedente edizione del rapporto e totalizza nel 2018 un punteggio EF EPI di 47,79, in totale controtendenza rispetto al dato medio europeo e nazionale. Un significativo peggioramento che assegna alla piccola regione del Mezzogiorno un livello di competenza molto basso.
Inutile il confronto con la Svezia, dalla quale la Basilicata è separata da un divario di oltre venti punti.
Se, come riportato nel rapporto, vi è una stretta correlazione tra il livello di conoscenza dell’inglese e gli investimenti nel settore Ricerca&Sviluppo, sia in termini di capitale che di risorse umane, quali conclusioni possiamo trarre dal basso punteggio della Basilicata? Nell’anno in cui Matera sarà Capitale Europea della Cultura, e l’intera regione si appresta ad inventare e accogliere idee nuove, rischiose, aperte, ci saremmo francamente aspettati un risultato migliore…
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